Finì di parlarmi, gli occhi le si velarono di un accenno di lacrime che lei tratteneva a stento. Mi resi conto che l'emozione era stata troppo forte. La sua mano tremava a contatto con la mia. Il suo profumo aveva invaso la stanza ma non riusciva a coprire il sentore di tristezza che vi aleggiava. Ad un tratto, come se si fosse improvvisamente ricordata di qualcosa da dire aprì leggermente le labbra, ma dalla sua bocca non uscì nessun suono, solo un modesto sospiro che avrebbe coperto le ultime speranze. Si voltò, lentamente dapprima, poi con una furia che costrinse i suoi lunghi capelli a staccarsi dal contatto con le sue spalle e a volteggiare liberi fino a quando la gravità li ebbe riaccompagnati lungo la schiena. Fece un passo, poi due. Quello sguardo che mi aveva accompagnato per lungo tempo ora si era rivolto verso la porta e vi sarebbe uscito in pochi secondi. Ma non ebbi il coraggio di fermarla, sapevo che in ogni caso non lo avrebbe fatto. Raggiunse la porta già aperta, e pronta per essere chiusa definitivamente e scomparì dalla mia vista dietro il solido velo di legno scuro che si interpose senza un rumore tra le nostre anime. Non l'avrei rivista mai più. (Lod.Fer. - Incipit Il tempo di lei)